#lafrasedelunedì #fareimpresa Ogni lunedì un concetto dedicato al mondo dell’impresa su cui riflettere, un’ispirazione, una motivazione, sintesi di esperienze, valori largamente condivisi, principi “da manuale” che ogni giorno si sperimentano con l’applicazione sul campo.
Iniziamo questa settimana con Fiducia!
Una dichiarazione che corrisponde al nostro spirito ma è anche il tema di questo appuntamento settimanale. La questione della fiducia, infatti, è una cosa seria, anzi serissima. Nei rapporti personali, certamente, ma anche nel lavoro come nelle dinamiche macroeconomiche e nei mercati finanziari. La fiducia è un capitale che si alimenta difficilmente e che è facile perdere. E la delusione che deriva dalla sua perdita incide doppiamente rispetto alla soddisfazione di averla raggiunta.
Nonostante il tema sia stato studiato da molteplici punti di osservazione, cerchiamo di focalizzarlo partendo dalla definizione generica che ne dà il Treccani:
“Fiducia Aspettativa, formulata in condizioni di incertezza (➔), riguardante un comportamento prevedibile e favorevole messo in atto da singoli individui, gruppi, istituzioni o sistemi sociali. Si distingue tra f. interpersonale (reliance), in cui l’aspettativa positiva costituisce un attributo essenziale nelle relazioni tra agenti economici, e f. sistematica o istituzionale (confidence), nella quale l’aspettativa positiva è rivolta all’organizzazione economico-sociale nel suo insieme o alle sue espressioni istituzionali e collettive.”
All’interno di una qualsiasi relazione, per parlare di fiducia occorre che: colui che si fida metta a rischio qualcosa per sè stesso rilevante in condizioni d’incertezza, le parti siano libere di scegliere se e in che misura rendersi “vulnerabili” e se tradire o meno la fiducia ricevuta (si pensi al famoso “dilemma del prigioniero”).
Pensiamo anche al valore che attribuiamo ai “consigli” sugli acquisti che ci provengono dalle persone di cui ci fidiamo o delle quali pensiamo di poterci fidare, sulla base di una valutazione sull’allineamento ai nostri interessi. E’ un meccanismo a catena, tra l’altro: di solito ci fidiamo se già qualcuno l’ha fatto prima di noi. Da quì il valore economico degli influencer , ovvero tutti coloro che sono in grado di condizionare un cambiamento significativo nei nostri comportamenti.
La fiducia costituisce quindi un meccanismo di “riduzione di complessità” in virtù del quale “il futuro viene ridimensionato in modo da essere a misura del presente”.
Peraltro, ci si fida non solo delle persone, bensì anche delle cose o della tecnologia. In quanto incapaci di “deviare dalla promessa” e “incorruttibili” perchè inanimate noi siamo più portati a confidare nell”affidabilità’ delle cose. Il simbolo della fiducia? Il denaro. La moneta di per sé non vale niente, ma rappresenta una grande promessa di fiducia che si concretizza al momento dell’acquisto.
Da un punto di vista impersonale, si parla anche di fiducia di sistema e nel sistema sociale di cui facciamo parte. Abbiamo fiducia nel rispetto del cosiddetto “contratto sociale” se nella vita quotidiana adottiamo determinati comportamenti, rispettiamo le regole e ci aspettiamo che anche gli altri lo facciano. Immaginiamo di condividere la stessa morale con i nostri concittadini, ci affidiamo alla legge, alla magistratura, alle forze dell’ordine.
Secondo un giovane sociologo, Josh Morgan: «La fiducia è correlata con una maggiore partecipazione civica, una diminuzione della corruzione, una maggiore resilienza alle catastrofi, una diminuzione della disuguaglianza economica e una diminuzione delle attività illegali. È anche correlata a una maggiore salute, felicità e intelligenza».
Della fiducia tuttavia è anche possibile farne a meno. Ma bisogna essere consapevoli di dover sostenere un costo di controllo. L’aspetto che la rende una risorsa sociale di valore è il fatto che consente di ridurre sensibilmente i costi di controllo e sanzione che intervengono tra le parti o nella società a fronte di uno scambio. In questo senso rappresenta un bene “immateriale” sostanzialmente economico, in quanto produce risultati economici positivi. Ciò sui traduce non solo in una riduzione dei costi di contrattazione (compresi nei costi detti di “transazione”) ma anche nella creazione di un clima di maggiore serenità e cooperazione tra gli agenti.
Non sottovalutiamo mai il potere della fiducia, ma non dimentichiamoci anche di testarla continuamente, nell’interesse proprio e delle propria impresa.
Buon inizio della settimana!
Leave a Reply