APPROVATA LA MISURA PER ESTENDERE GLI INCENTIVI
Resto al sud, la misura statale per incentivare l’apertura di nuove realtà imprenditoriali nel Mezzogiorno gestita da Invitalia (vedi articolo pubblicato sul nostro sito il 16/01/2018 e riportato di seguito http://www.studiocrupi.it/partito-decretoresto-al-sud-le-imprese-degli-under-36/ ), viene estesa anche ai liberi professionisti e ai giovani fino a 45 anni (una parte della cosiddetta “Generazione X“, ovvero quella che identifica i nati tra il 1965 e il 1980). L’agevolazione, introdotta nel 2017 con la conversione del «Decreto Mezzogiorno» , istituisce forme di incentivazione particolarmente vantaggiose per i giovani del sud Italia che intendano avviare o abbiano avviato da poco un’attività imprenditoriale o professionale. La misura si rivolge ai
soggetti di età compresa tra i 18 e i 45 anni residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o che trasferiscano la residenza entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.
Evidentemente alcune considerazioni sulle attuali difficoltà nel mondo del lavoro dei “giovani non più giovanissimi” sono state avanzate rispetto anche alla prima stesura del decreto e ritenute meritevoli di considerazione (si legga a tale proposito l’articolo https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/17/lesercito-dei-disoccupati-40enni-scartati-dalle-aziende-a-cui-nessuno-/38107/ ) . Ciò non fa che aumentare l’appetibilità di questa misura per chi decide oggi di intraprendere l’attività di imprenditore, anche di se stesso. Una ragione in più per mettere mano alla valigia e pensare ad un rientro programmato nella propria terra di origine. Il viaggio all’inverso di chi ha fatto una volta la scelta di andarsene o di chi ha perso il lavoro e decide di ripartire con un nuovo progetto. Questa volta a casa propria.
L’ampliamento dei fruitori dell’incentivo sarà definito con la legge di Bilancio 2019. Una modifica riguarda, quindi, sia il riferimento al limite anagrafico, che sposta dai 35 ai 45 anni l’età massima dei richiedenti ammissibili al contributo, sia l’esclusione delle categorie «libero professionali» tra le attività ammesse, estendendo quindi anche ai lavoratori autonomi la possibilità di accedere al contributo.
Il finanziamento copre investimenti fino ad un massimo di 50 mila euro: il 35% viene erogato come contributo a fondo perduto, il 65% viene reso disponibile come prestito a tasso zero. Nel caso di una società, possono essere richiesti 50 mila euro per ogni socio fino ad un massimo di 200 mila euro. Il prestito è rimborsabile in otto anni, di cui i primi due di pre- ammortamento. Le risorse complessivamente stanziate l’anno scorso sono un miliardo e 250 milioni.
Per informazioni e per incominciare a lavorare al tuo progetto, contattaci!
Fonte: Quotidiano Italia Oggi del 03/11/2018
Leave a Reply